Portogallo, dopo la crisi di governo si va verso elezioni a febbraio

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 09/11/2023

Il destino politico del Paese lusitano è nelle mani del presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, che ha avviato le consultazioni con tutti i partiti con rappresentanza Parlamentare

Dopo le dimissioni del primo ministro portoghese, Antonio Costa, il destino politico del Paese lusitano è nelle mani del presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, che oggi ha avviato le consultazioni con tutti i partiti con rappresentanza Parlamentare. Il capo dello Stato dovrebbe comunicare la sua decisione ufficiale domani dopo una riunione con il Consiglio di Stato. Secondo diversi quotidiani lusitani, il capo dello Stato sembra orientato a convocare elezioni anticipate per la fine di febbraio, ma accetterà le dimissioni di Costa solo dopo l’approvazione del bilancio prevista alla fine del mese di novembre. Secondo la stampa portoghese, che cita fonti vicine al capo dello Stato, questo scenario consentirebbe al Paese di approvare i conti pubblici, evitando così l’esercizio provvisorio, e al Partito socialista di individuare un nuovo leader. Costa è oggetto di un’indagine da parte della Procura della Repubblica nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla Corte Suprema di Giustizia insieme al ministro delle Infrastrutture, Joao Galamba, e il presidente dell’Agenzia portoghese per l’ambiente per le concessioni di diversi progetti per l’idrogeno e il litio nel 2019. Il sospetto degli inquirenti è che possano aver favorito il consorzio di Edp, Galp e Ren.

In un comunicato della Procura si indica che “sono in gioco fatti che potrebbero costituire reati di malaffare, corruzione attiva e passiva di un titolare di carica politica e traffico di influenze”. Rebelo de Sousa aveva chiarito al momento dell’insediamento del governo Costa che in caso di abbandono del premier la strada da percorrere sarebbe stata quella del voto anticipato. In alternativa, la Costituzione prevede che il capo dello Stato possa nominare un nuovo primo ministro che abbia il sostegno dell’attuale maggioranza parlamentare, optando per una soluzione simile assunta nel 2004 dal suo precedessore Jorge Sampaio, quando Durao Barroso lasciò il governo per accettare la presidenza della Commissione europea. Secondo alcune fonti politiche consultate del quotidiano “Jornal Economico”, tra i sostituti figurerebbero il ministro delle Finanze, Fernando Medina o la ministra della Presidenza, Mariana Vieira da Silva o un’altra figura di spicco. Qualunque sia la decisione del presidente della Repubblica, l’attuale governo è giunto al capolinea in quanto, secondo l’articolo 195 della Costituzione, le dimissioni del primo ministro comportano la caduta dell’intero esecutivo.

Costa, nel tentativo di tenere in piedi la sua maggioranza, secondo quanto riferito dal quotidiano “Expresso”, avrebbe proposto quattro nomi al presidente Rebelo per scongiurare lo scenario di elezioni anticipate, ma senza successo. Nel caso si costituisse un governo ad interim, l’articolo 186 della Costituzione sancisce che l’esecutivo si limiterebbe “alla pratica degli atti strettamente necessaria per assicurare la gestione degli affari pubblici”. Per questa ragione non potrebbe portare a compimento l’approvazione della legge di bilancio per il 2024 che è ancora in fase di dibattito all’Assemblea della Repubblica, il Parlamento di Lisbona. Le dimissioni del premier implicano, infatti, che tutti i disegni di legge già oggetto di dibattito in Parlamento ma non ancora approvati decadano. Sono, dunque, a rischio, misure come la riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e l’aggiornamento degli scaglioni fiscali in linea con il tasso di inflazione. Per questa ragione non è da escludere che Rebelo de Sousa possa decidere di formalizzare le dimissioni di Costa solo dopo l’approvazione del Bilancio. Questa posizione, ad esempio, è quella comunicata oggi dal partito Persone-animali-natura (Pan) al capo dello Stato durante le consultazioni.

La deputata, Ines Sousa Real, ha chiesto che qualunque sia la sua decisione dia “priorità” al bilancio, ricordando che misure come il miglioramento degli assegni familiari, il sostegno sociale e il supporto alle vittime di violenza domestica sono a rischio. Un’altra ragione addotta dal Pan per favorire la soluzione di uno scioglimento del Parlamento solo dopo l’approvazione definitiva dei conti pubblici è legata all’attuazione dei fondi comunitari del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). “Sarebbe inaccettabile se tutte le forze politiche non anteponessero questo aspetto ai loro interessi di partito”, ha ribadito Sousa Real. A favore delle elezioni anticipate “come unica via d’uscita alla crisi” si sono espressi, invece, il Partito comunista (Pcp) ed il Blocco di Sinistra (Bi). Mentre il leader del partito sovranista portoghese Chega, Andre Ventura, si è detto disponibile alla possibilità che il governo Costa possa restare in carica fino all’approvazione della legge di bilancio, ma ha ribadito che successivamente ci sia uno scioglimento del Parlamento e nuove elezioni. “Accettiamo qualsiasi soluzione che ci garantisca di avere strumenti di bilancio per iniziare l’anno e, d’altro canto, che sia abbastanza veloce da non lasciare il Paese in una situazione di stallo politico e di conflitto politico, che non sarebbe nell’interesse di nessuno”, ha sottolineato al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica.

Anche il leader del Partito socialdemocratico (Psd), principale forza d’opposizione, Luis Montenegro, ha affermato ieri che per il Paese è possibile solo andare a “elezioni anticipate”. Le dimissioni di Costa, che ha lasciato intendere di voler abbandonare per il momento la politica attiva, avranno delle conseguenze significative anche all’interno del Partito socialista portoghese (Ps) che sarà chiamato ad individuare un nuovo segretario generale. Tra i nomi in lizza spicca quello dell’ex ministro delle Infrastrutture, Pedro Nuno Santos. Secondo “Expresso”, tuttavia, anche José Luís Carneiro, attuale ministro dell’Amministrazione interna, avrebbe ricevuto il sostegno di diversi esponenti del Ps e non si può escludere, quindi, che presenti la propria candidatura per la leadership del partito.