Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 20/01/2024
L’Italia si sarebbe impegnata a fornire un sostegno finanziario di 5 miliardi di dollari per la realizzazione del progetto per “l’autostrada della pace” teso a collegare la Libia orientale e occidentale. L’annuncio è stato fatto dall’Autorità per la realizzazione della strada “Musaid-Ras Jedir” (Erma) sulla sua pagina Facebook. Nella mattinata di giovedì, Roma ha ospitato un incontro della commissione mista paritetica dedicato a fare il punto sugli sviluppi di un precedente incontro avvenuto il 29 novembre 2023. Durante la riunione, l’Autorità ha confermato l’impegno italiano nel fornire la copertura finanziaria, come sancito nel Trattato di amicizia italo-libico del 2008. Inoltre, riferisce la medesima fonte, sarebbe stato raggiunto un accordo per allocare 571 milioni di euro nel 2024 per completare le procedure contrattuali dei primi settori (Musaid-Al Marj) e del quarto settore (Misurata-Ras Jedir).
La commissione mista paritetica, spiega ancora la nota rilanciata dal quotidiano libico in lingua araba “Al Wasat”, ha recentemente esaminato al livello amministrativo, tecnico e finanziario le offerte presentate dalle imprese italiane per la realizzazione del quarto settore (Misurata-Ras Jedir). Si tratta, in particolare, di circa 400 chilometri di strada che dovrebbero partire dall’entroterra di Misurata e arrivare fino al valico di frontiere di Ras Jedir, al confine con la Tunisia. Un progetto cruciale e strategico, del valore approssimativo stimato di oltre 1 miliardo di euro, menzionato recentemente anche dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Matteo Salvini.
Il progetto infrastrutturale era stato concordato a grandi linee nel famoso Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione firmato da Italia e Libia a Bengasi il 30 agosto del 2008. All’articolo 8, comma 1, del suddetto Trattato l’Italia si impegnava “a reperire i fondi finanziari necessari per la realizzazione di progetti infrastrutturali di base che vengono concordati tra i due Paesi nei limiti della somma di 5 miliardi di dollari statunitensi”. Tale importo era stato poi confermato dall’Italia con la Legge numero 7 del 6 febbraio 2009, che aveva trasformato i 5 miliardi di dollari nel cambio di allora, ovvero 3,6 miliardi di euro, ripartiti in 180 milioni di euro annui per 20 anni fino al 2028.
La somma è stata confermata da un Dpcm del 31 marzo 2011 e risulta ancora accantonata, in attesa di essere spesa per il mega-progetto per costruire un’auto – strada che si snoda per oltre 1.800 chilometri, tra Ras Jedir (al confine con la Tunisia) e Musaid (al confine con l’Egitto). Un progetto talmente grande che è stato spacchettato in quattro sezioni a partire da est (lotto 1) verso ovest (lotto 4) per motivi di semplificazione. Webuild si era aggiudicata nel 2013 un primo tratto da 440 chilometri per 960 milioni di euro. Per tutti e quattro i lotti è stato già realizzato il progetto, ma i lavori non sono mai partiti a causa dell’instabilità politica interna libica, dei dubbi relativi alla sicurezza dei lavori, della mancanza di una copertura assicurativa adeguata e, recentemente, per l’ingente aumento dei costi dei materiali da costruzione.
A detta dei libici, i lavori della cosiddetta “autostrada della pace” sono invece pronti a ripartire. L’ente appaltante è Erma, società pubblica creata “ad hoc” per gestire l’autostrada e dipende dal ministero dei Trasporti del Governo di unità nazionale (Gun) libico. Ma le criticità appaiono molteplici, a partire dalla precaria situazione di sicurezza sul terreno e dalla necessità di proteggere un cantiere “itinerante”, guidato quasi certamente da maestranze italiane che dovrebbe passare anche per alcune “zone calde” come Zawiya, teatro di scontri continui tra milizie rivali, o Sirte (lotto 2 e 3), dove è acclarata la presenza dei mercenari del gruppo russo Wagner. Un progetto che, è bene ricordare, è finanziato interamente dalla parte italiana.