BIDEN IN ISRAELE INCONTRA NETANYAHU SI INTENSIFICA L’ATTIVITÀ DIPLOMATICA

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’ Italia – 18/10/2023

Non era mai accaduto che un presidente degli Stati Uniti visitasse il Paese in stato di guerra, alla vigilia di una vasta offensiva

Prosegue la mediazione diplomatica internazionale per giungere a una de-escalation in Medio Oriente, dove l’attacco a Israele da parte di Hamas il 7 ottobre scorso rischia di sfociare in un conflitto regionale. Oggi è atteso a Tel Aviv il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per ribadire il sostegno a Israele, che subito dopo l’attacco di Hamas ha lanciato l’operazione “Spade di ferro” sulla Striscia di Gaza per colpire i vertici del gruppo armato. L’operazione, abbinata a un blocco alle forniture idriche e di carburante a Gaza, sta portando a una catastrofe umanitaria nell’enclave, denunciata dalle Nazioni Unite, aggravata dal blocco del valico di Rafah con l’Egitto. A sorpresa, ieri, un portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), Richard Hecht, ha dichiarato che l’esercito israeliano – che da 10 giorni sta ammassando truppe a ridosso del confine con Gaza – si sta preparando per la prossima fase della sua campagna contro la Striscia di Gaza, ma i piani potrebbero essere diversi dalle aspettative diffuse di un’imminente offensiva via terra. “Ci stiamo preparando per le prossime fasi della guerra. Non abbiamo detto quali saranno. Tutti parlano dell’offensiva di terra. Potrebbe essere qualcosa di diverso”, ha detto il portavoce.


L’annuncio giunge mentre è in corso un’intensa attività diplomatica e mentre le Idf sono impegnate a contrastare anche alcuni tentativi di infiltrazione dal Libano meridionale, da parte del movimento sciita libanese Hezbollah. Oggi, si terrà ad Amman, in Giordania, un vertice quadrilaterale tra il re Abdullah II, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il capo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, e il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi. Lo ha annunciato la casa reale giordana. Il vertice si concentrerà sulle modalità per porre fine ai combattimenti nella Striscia di Gaza e sulle pericolose conseguenze della guerra nella regione. La conferenza si concentrerà anche sull’ingresso di aiuti umanitari e cibo nella Striscia e sulla ricerca di un orizzonte politico che permetta di rilanciare il processo di pace in Medio Oriente, dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre scorso e i conseguenti bombardamenti israeliani su Gaza. L’altro ieri il re di Giordania ha incontrato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Roma, mentre ieri ha avuto un colloquio a Berlino con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Quest’ultimo è giunto nel pomeriggio in Israele. Biden parteciperà al vertice ad Amman dopo una sosta di circa 5 ore in Israele, dove sono previsti incontri con il primo ministro, Benjamin Netanyahu, con il presidente, Isaac Herzog, e con alcune famiglie di ostaggi e dispersi. Date le circostanze, quello che Joe Biden intraprenderà oggi in Medio Oriente è un viaggio senza precedenti. Non era mai accaduto, infatti, che un presidente degli Stati Uniti visitasse Israele in stato di guerra, con le autorità dello Stato ebraico che preparano una vasta offensiva di terra nella Striscia di Gaza in risposta agli attacchi con- dotti dal gruppo islamista palestinese Hamas lo scorso 7 ottobre, costati la vita a oltre 1.400 persone. Il segretario di Stato Antony Blinken, che già si trova nella regione da una settimana, ha spiegato ieri che la presenza di Biden “conferma la solidarietà degli Stati Uniti a Israele” e l’impegno di Washington per la sicurezza dello Stato ebraico, ma ha anche l’obiettivo d’inviare un messaggio di deterrenza ad altri attori – segnatamente l’Iran e il movimento libanese Hezbollah – che potrebbero “cercare di trarre vantaggio dalla crisi per attaccare Israele”.


Ieri il re di Giordania Abdullah II ha affermato che il Medio Oriente è sull’orlo del baratro. Dopo aver incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino, il monarca giordano ha puntualizzato: “Sono necessari tutti i nostri sforzi per assicurarci di non arrivare a quel punto”. Abdullah II ha messo, quindi, in guardia da uno scenario disastroso in Medio Oriente, se il conflitto tra Israele e Hamas dovesse estendersi ad altri Paesi. L’arrivo di profughi palestinesi in Egitto o Giordania rappresenta una “linea rossa” che non deve essere superata, ha aggiunto Abdullah II. “Questa è una linea rossa, perché penso che questo sia il piano di alcuni dei soliti sospetti per cercare di creare problemi sul terreno. Nessun rifugiato in Giordania, nessun rifugiato in Egitto”, ha detto il sovrano hascemita.


Israele non sta combattendo solo la sua guerra, sta combattendo la guerra di tutti i Paesi civili e di tutti i popoli civili. Lo ha detto il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, durante la conferenza stampa con l’omologo della Romania, Marcel Ciolacu. “E proprio come il mondo civilizzato si è unito nella lotta contro i nazisti, unito nella lotta contro lo Stato islamico, così il mondo civilizzato dovrebbe unirsi dietro Israele nella lotta e nello sradicamento di Hamas”, ha aggiunto. Netanyahu ha affermato: “C’è bisogno adesso del sostegno di tutti i Paesi europei nella giusta battaglia di Israele contro questi barbari, questi selvaggi che hanno infranto ogni norma”. “Sono davvero i nuovi nazisti. Hanno assassinato bambini, hanno decapitato giovani, li hanno bruciati vi- vi, hanno violentato e ucciso donne, hanno rapito anziani, hanno assassinato bambini piccoli davanti alle loro famiglie e hanno assassinato genitori davanti ai loro figli – ha proseguito –. Non c’era pietà. Ci sono stati omicidi di persone che si nascondevano nelle soffitte. Questo è esattamente come Babi Yar (il campo di sterminio in Ucraina). L’orrore è lo stesso”. Nel corso della conferenza stampa, Netanyahu ha detto che la pace in Medio Oriente “sarà possibile solo se questo califfato di Daesh verrà di- strutto. Nessuno può fare la pace con Daesh, nessuno può fare la pace con Al Qaeda e nessuno può fare la pace con i nazisti. Devono essere sconfitti. Allora avremo la pace”. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato che i membri del movimento islamista palestinese Hamas hanno due opzioni nel conflitto in corso: “Arrendersi o morire”.


Durante un incontro con i piloti e i tecnici appartenenti ai gruppi di volo degli F-35 dell’Aeronautica militare israeliana nella base aerea di Nevatim, nel sud di Israele, Gal- lant ha affermato: “I nostri aerei colpiranno qualsiasi parte (del territorio della Striscia di Gaza)”, sottolineando che “ogni missile ha un obiettivo preciso. Raggiungeremo ogni singolo membro di Hamas”.