BLINKEN INCONTRA ABBAS PER EVITARE L’ESTENSIONE REGIONALE DEL CONFLITTO

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 11/01/2023

Prosegue il tour diplomatico del segretario di Stato degli Usa. Colloqui mediati da Egitto e Qatar per rilasciare gli ostaggi

Al 96esimo giorno di guerra a Gaza, prosegue il tour diplomatico del segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, nella regione, nell’ambito degli sforzi profusi da Washington per scongiurare un allargamento regionale del conflitto. Dopo la sua visita in Israele, Blinken si è recato a Ramallah, in Cisgiordania, dove ha incontrato il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, a cui ha ribadito il sostegno di Washington a “misure tangibili” per la creazione di uno Stato palestinese “accanto a quello di Israele, che vivrà in pace e sicurezza”. Durante l’incontro, il segretario di Stato ha discusso degli sforzi che Washington sta attuando per ridurre al minimo i danni civili nella Striscia di Gaza e per garantire l’accesso di aiuti umanitari.

Il segretario ha poi affermato di aver “accolto con favore” la nomina dell’ex ministra olandese Sigrid Kaag, come nuova coordinatrice umanitaria a Gaza, a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite della scorsa settimana. Blinken ha inoltre sottolineato che gli Stati Uniti ritengono che “tutti i fondi delle tasse dei palestinesi riscosse da Israele, dovrebbero essere trasferiti all’Anp”, criticando, quindi, la decisione presa dal ministro della Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, che con l’inizio del conflitto si era rifiutato di stanziare tali fondi, accusando l’Autorità palestinese di sostenere gli “orribili massacri dell’organizzazione terroristica nazista Hamas”.

Durante il suo colloquio con Blinken, Abbas ha espresso il suo rifiuto categorico di un eventuale sfollamento dei cittadini della Striscia di Gaza da parte di Israele. “Non permetteremo che accada”, ha detto il presidente palestinese al segretario di Stato Usa. Il tour diplomatico di Blinken in Medio Oriente sembra aver portato ad almeno alcuni dei risultati sperati. Sono ripresi infatti i colloqui sulla guerra nella Striscia mediati da Egitto e Qatar. Il coordinatore statunitense per ilMedio Oriente, Brett McGurk, ha incontrato segretamente il primo ministro qatariota, Mohammed bin Abdulrahman al Thani, per discutere degli sforzi per liberare gli ostaggi detenuti a Gaza e delle tensioni regionali, secondo quanto riferito dal sito di notizie “Axios”.

Nel frattempo, il quotidiano libanese “Al Akhbar” ha reso noto che il capo dell’intelligence dell’Egitto, Abbas Kamel, è in contatto con i due movimenti palestinesi Hamas e Jihad islamica per discutere della ripresa dei negoziati su un accordo di scambio di prigionieri e ostaggi con Israele. Inoltre, due giorni fa, Kamel avrebbe ricevuto anche una delegazione israeliana per discutere di una “proposta modificata rispetto a quelle presentate in precedenza”, contenente “nuove disposizioni relative alle tregue, agli aiuti e al meccanismo di scambio” dei prigionieri. Secondo la stessa fonte, Hamas ha declinato ogni proposta di negoziato che non contempli “richieste appropriate”.

La ripresa dei colloqui per una tregua e lo scambio di prigionieri tra Hamas e Israele arriva dopo la visita di Blinken nello Stato ebraico, a proposito della quale il premier israeliano, Benjamin Netanyanu, non ha rilasciato alcun commento. Dopo la tappa a Ramallah, il capo della diplomazia Usa si è recato a Manama, in Bahrain, dove è dislocata la quinta flotta della Marina statunitense. Sul fronte israelo-libanese, tuttavia, gli scontri non si sono fermati. Le Forze di difesa israeliane (Idf) continuano a colpire diversi obiettivi attribuiti al movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah nel sud del Libano, al confine con Israele. Tra gli ultimi obiettivi colpiti, ci sarebbe anche un centro di comando del movimento filo-iraniano.

Le Idf avrebbero anche colpito un sito di Hezbollah nella città di Naqoura – dove si trova il quartier generale della Forza di interposizione delle Nazioni Unite -, “da cui erano stati lanciati proiettili verso Israele”. Nel frattempo, Hezbollah ha confermato la morte di un proprio membro in un presunto attacco israeliano nell’area di Hasbaya, un distretto nel sud del Libano. L’uomo ucciso è Nabegh el Kadri, conosciuto anche come “Abu Ali”, originario del villaggio di Kfar Shouba, nei pressi delle Fattorie di Shebaa, territorio conteso tra Libano e Israele. Sono almeno 159 i membri di Hezbollah uccisi dalle Idf dall’8 ottobre 2023, quando sono iniziati gli scontri al confine israelo-libanese. Proseguono anche gli attacchi delle milizie yemenite filo-iraniane Houthi nel Mar Rosso.

I ribelli hanno infatti condotto un attacco con missili e droni contro una nave statunitense nell’area, in risposta al raid “contro le nostre forze navali da parte delle forze nemiche statunitensi”, ha affermato il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, sul suo profilo X (ex Twitter). La notizia arriva dopo che la Marina militare degli Stati Uniti ha abbattuto 24 missili e droni lanciati dalle milizie yemenite verso navi commerciali in navigazione nel Mar Rosso. “Le Forze armate yemenite affermano che non esiteranno a rispondere in modo appropriato a tutte le minacce ostili nell’ambito del diritto alla legittima difesa del nostro Paese, del popolo e della nazione”, ha scritto Saree su X.

Dallo scorso novembre, gli Houthi hanno iniziato a condurre una serie di attacchi contro diverse imbarcazioni in transito nel Mar Rosso, una delle rotte più importanti per il commercio mondiale, in risposta a quello che considerano un assedio contro la Striscia di Gaza ad opera di Israele. “Le Forze armate yemenite continuano a impedire alle navi israeliane o a quelle dirette ai porti della Palestina occupata di invadere il Mar Arabico e il Mar Rosso fino a quando non cesserà l’aggressione e non verrà tolto l’assedio ai nostri fratelli della Striscia di Gaza”, si legge nella nota del portavoce. In Siria, intanto, la Resistenza islamica in Iraq, coalizione di milizie sciite filo-iraniane, ha effettuato un attacco con missili contro la base militare statunitense “Green Village”, situata in prossimità del giacimento di gas di Conoco, nella campagna di Deir ez Zor, nell’est del Paese.