Continua l’avanzata di Israele a Gaza Uccisa una delle soldatesse rapite

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 15/11/2023

L’esercito con la stella di David ha completato la cattura del campo munito di Al Shati

La 39ma giornata di guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas è stata contraddistinta dal proseguimento delle operazioni israeliane nell’enclave palestine- se e dalle continue tensioni a ridosso del confine con il Libano. Nello specifico, la divisione 162 delle forze di difesa israeliane (Idf) – entrata a Gaza da nord – ha completato la cattura del campo di Al Shati e presto si ricongiungerà con la divisione 36 che è entrata nella Striscia da est, raggiungendo la costa. Secondo quanto riferiscono le Idf, Al Shati era una delle principali roccaforti del gruppo armato palestinese Hamas. “All’interno del campo ci sono molte infra- strutture nemiche e molte forze di Hamas erano concentrate lì, compreso il battaglione Al Shati, che ha avuto un ruolo centrale negli (attacchi) del 7 ottobre”, dicono le Idf.

Nelle ultime ore ci sono stati almeno quattro scontri con agenti di Hamas ad Al Shati. Secondo i militari, quasi tutte le altre case del campo erano dotate di trappole esplosive. Secondo le stime, circa 150 mila – 200 mila palestinesi sarebbero fuggiti dal campo quando le truppe israeliane sono entrate. Le truppe della divisione hanno combattuto circa 200 miliziani di Hamas ad Al Shati. Nell’operazione sarebbero stati completamente smantellati i sistemi di comando e controllo di Hamas. La divisione 162 sta ora lavorando per ripulire metodicamente l’area di Al Shati da qualsiasi infrastruttura di Hamas, compresi tunnel e depositi di armi. Nel cor- so delle altre operazioni effettuate nel nord di Gaza, le Idf hanno distrutto 160 tunnel, colpito circa 2.800 siti di Hamas e ucciso circa mille terroristi e alti comandanti.

Parallelamente, le Idf hanno annunciato la morte del caporale Noa Marciano, catturata dal gruppo armato palestinese Hamas il 7 ottobre scorso. Marciano, 19 anni, in forza al battaglione 414 delle guardie di frontiera, prestava servizio presso la base di Nahal Oz, presa d’assalto dai terroristi lo scorso 7 ottobre. Hamas ha pubblicato un video della soldatessa, che la mostrava mentre parlava davanti alla telecamera quattro giorni dopo essere stata presa in ostaggio. Successivamente nel video compare il cadavere di Marciano. Proseguono le tensioni anche sul fronte settentrionale, vicino alla linea blu, la linea di demarcazione tra Libano e Israele.

Da parte sua, movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah ha rivendicato un attacco contro la postazione israeliana di Birket Richa. “A sostegno del nostro incrollabile popolo palestinese nella Striscia di Gaza e a sostegno della sua resistenza valorosa e onorevole, i combattenti della Resistenza islamica hanno colpito, alle 14:00 (ora locale, ndr) del 14 novembre 2023, la postazione di Birket Richa e nelle aree di raduno militare circostanti, con missili, che hanno raggiunto direttamente l’obiettivo”, ha spiegato il movimento. Hezbollah ha anche annunciato di aver colpito una postazione delle Idf nel nord di Israele, nei pressi della città di Kiryat Shmona, mentre le forze israeliane hanno risposto con colpi di artiglieri.

Da parte sua, il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha invitato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Gu- terres, a dimettersi “dal momento che non merita di guidare l’Onu”. A margine di una visita del ministro agli uffici dell’Onu a Ginevra e di un incontro con il Comitato internazionale della Croce rossa e l’Organizzazione mondiale della sanità, Cohen ha dichiarato che “Antonio Guterres non merita di guidare le Nazioni Unite. Non ha promosso alcun processo di pace nella regione”. Il ministro ha anche detto che la priorità del segretario dovrebbe essere liberare la Striscia di Gaza dal movimento islamista palestinese Hamas. Guterres era già stato criticato da Israele dopo aver affermato che, sebbene nulla giustifichi i crimini commessi da Hamas, essi “non si sono verificati nel vuoto”. Cohen ha parlato anche della situazione degli ostaggi detenuti a Gaza, affermando che “ci aspettiamo che la Croce Rossa metta la questione in cima alla lista delle priorità, che usi tutte le leve di pressione e che non si fermi finché non avrà visitato tutti gli ostaggi, valutato le loro condizioni e assicurato che ricevano le cure mediche di cui hanno bisogno”.

Sulla liberazione si è espresso anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che si è detto fiducioso in merito alla possibilità di concordare il rilascio degli ostaggi catturati da Hamas dopo l’attacco sferrato il mese scorso contro Israele. Parlando con i giornalisti, prima di partire per San Francisco per il vertice della Cooperazione economica dell’Asia-Pacifico (Apec), Biden ha detto di essere “fiducioso: credo che il rilascio degli ostaggi avverrà”.

Intanto continua a salire il bilancio dei morti durante la guerra, con altri due militari israelia- ni uccisi durante i combattimenti con Hamas. Da parte palestinese, sono 11.451 i morti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania dall’inizio delle operazioni di Israele. Secondo il ministero della Salute palestinese, i feriti sono 31.700. Il ministero ha precisato che per il terzo giorno consecutivo si trova in difficoltà nell’aggiornare i dati sulle vittime a causa del collasso dei servizi e delle comunicazioni negli ospedali del nord di Gaza. Secondo il ministero, nella Striscia di Gaza sono state uccise 11.255 persone, tra cui 4.630 bambini, 3.130 donne e 682 anziani, mentre 29 mila sono rimasti feriti, 3.250 sono dispersi e ritenuti morti sotto le macerie, tra cui 1.700 bambini. In Cisgiordania sono stati registrato 196 morti e 2.700 feriti. Sul fronte diplomatico, prosegue l’azione dell’Egitto volta a garantire gli aiuti umanitari necessari agli abitanti della Striscia di Gaza. Il presidente egiziano Al Sisi ha infatti al suo governo di fornire 650 tonnellate di beni al popolo palestinese. Intanto, finora un totale di 161 camion carichi di aiuti umanitari è entrato nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah al confine con l’Egitto. Secondo il quotidiano egiziano “Youm7”, circa 600 persone con doppia cittadinanza sono entrate in Egitto attraverso il valico.