ISRAELE, BLINKEN A TEL AVIV PER EVITARE UN’ESPANSIONE DEL CONFLITTO IN LIBANO

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 09/01/2024

Il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, è atteso in Israele, dopo aver già visitato Turchia, Grecia, Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Dopo la sua visita in Israele, Blinken visiterà la Cisgiordania e l’Egitto. La quinta visita del capo della diplomazia Usa in Israele da quando il movimento islamista palestinese Hamas ha attaccato lo Stato ebraico il 7 ottobre 2023 coincide con l’annuncio del portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), Daniel Hagari, che i militari hanno iniziato una nuova e meno intensa fase dell’invasione nella Striscia di Gaza, con meno uomini sul campo. L’annuncio giunge dopo settimane di pressioni da parte degli Stati Uniti e di altri alleati per ridimensionare un’offensiva che ha causato devastazioni diffuse e oltre 23 mila morti, tra cui molti civili. Soprattutto, l’arrivo di Blinken a Tel Aviv coincide con l’uccisione, attribuita a Israele, di un esponente di spicco del movimento sciita libanese Hezbollah, Wissam al Tawil, che potrebbe rischiare di aprire un nuovo fronte di guerra.

Secondo quanto riferito dal quotidiano statunitense “Washington Post”, il presidente Usa, Joe Biden, “ha inviato i suoi migliori collaboratori in Medio Oriente con un obiettivo fondamentale: impedire che scoppi una guerra in piena regola tra Israele e il gruppo libanese Hezbollah”. “I funzionari statunitensi temono che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu possa considerare l’espansione dello scontro in Libano come la chiave per la sua sopravvivenza politica, nel pieno delle critiche interne per l’incapacità del suo governo di prevenire l’attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha ucciso circa 1.200 persone e reso ostaggio 240 persone”, scrive il quotidiano statunitense, secondo cui il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, sta cercando di evitare una guerra più estesa. In un discorso del 5 gennaio scorso, Nasrallah ha promesso una risposta all’”aggressione israeliana”, e da parte sua, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha affermato che la “priorità non è quella di entrare in guerra” con Hezbollah. Nelle tappe del suo viaggio in Medio Oriente, “ovunque sia atterrato finora, Blinken ha sentito un messaggio quasi identico: Washington deve fare pressione su Israele affinché fermi la guerra nella Striscia di Gaza. Non una pausa umanitaria temporanea per un accordo sulla liberazione degli ostaggi, ma un cessate il fuoco completo seguito da negoziati diplomatici”, scrive il quotidiano israeliano “Haaretz”. Gli ultimi risvolti regionali, soprattutto l’uccisione di Al Tawil in Libano, lasciano presagire che il capo della diplomazia Usa dovrà evitare un’estensione del conflitto anche al Paese dei cedri.

Ieri Hezbollah ha confermato la morte di Al Tawil, uno dei suoi leader, a Khirbet Selm, nel distretto di Bint Jbeil, nel sud del Libano, in un presunto attacco con drone attribuito a Israele. L’attacco, avvenuto ad appena 20 chilometri dal confine con Israele, avviene in un momento di forte tensione tra Hezbollah e lo Stato ebraico, soprattutto dopo l’uccisione il 2 gennaio scorso del numero due dell’ufficio politico del movimento islamista palestinese Hamas, Saleh al Arouri, proprio in Libano, a Dahyeh, roccaforte di Hezbollah a sud di Beirut. Anche in questo caso Hezbollah, l’Iran e Hamas hanno accusato Israele dell’omicidio. Al Tawil diventa così il 154esimo membro di Hezbollah a morire dopo la nuova fase di tensione tra il movimento filoiraniano e Israele, in seguito all’attacco di Hamas nello Stato ebraico il 7 ottobre 2023 e alla conseguente operazione israeliana nella Striscia di Gaza. Tuttavia, Al Tawil, soprannominato Hajj Jawad, non è morto sul campo, ma in un attacco mirato dietro le retrovie del fronte più caldo.

Al Tawil era un ufficiale di Radwan, l’unità militare speciale di Hezbollah, e diverse foto pubblicate dal movimento lo mostrano in compagnia del segretario generale Nasrallah, dell’ex comandante dei pasdaran (i Guardiani della rivoluzione iraniana), generale Qassem Soleimani, ucciso in un attacco statunitense il 3 gennaio 2020 a Baghdad, e con Mustafa Badreddine, combattente di spicco di Hezbollah ucciso in Siria nel 2016. Fonti legate all’opposi – zione siriana sostengono che Al Tawil sia il fratello della moglie di Nasrallah. Secondo l’emittente “Al Hadath”, “Al Tawil è l’autore del lancio di missili di Hezbollah contro la base militare di osservazione radar e controllo aereo di Meron in Israele avvenuto sabato 6 gennaio”. Dopo la “misteriosa” uccisione di Razi Mousavi, esponente dei pasdaran, avvenuta il 25 dicembre a Damasco, in Siria, e l’uccisione di Al Arouri, membro di Hamas molto vicino a Hezbollah e ai pasdaran, il 2 gennaio, il movimento sciita libanese viene direttamente colpito con l’uccisione mirata di un suo componente di spicco e con vincoli familiari con Nasrallah. Nessuno degli episodi è stato rivendicato, ma i diretti interessati hanno puntato il dito contro Israele.

Le morti di Mousavi, Al Arouri e Al Tawil avvengono mentre Israele, con il sostegno degli Stati Uniti, è impegnato nell’operazione militare contro Hamas a Gaza e non ha escluso verbalmente di poter avviare un’azione in Libano. Nell’attesa della reazione di Hezbollah – colpito per ben due volte in meno di due settimane – da tempo i partiti politici libanesi hanno messo in guardia il movimento filo-iraniano, che siede in parlamento, dal trascinare il Paese in guerra. L’ultimo conflitto tra Libano e Israele risale all’estate 2006, fermato con la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nel frattempo, Israele ha individuato la “posizione esatta” di Yahya Sinwar, il leader di Hamas, nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito il principale quotidiano israeliano “Israel Hayom“, secondo cui Israele si sarebbe astenuto dal colpire Sinwar in quanto si troverebbe nelle vicinanze di molti ostaggi israeliani “che sono ancora vivi e vengono utilizzati come scudi umani”. È salito intanto a 23.084 il bilancio dei morti nella Striscia. Lo ha annunciato il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, aggiungendo che i feriti sono 58.926