Israele Gaza, l’Egitto potrebbe guidare una missione di Pace

Nel futuro della Striscia di Gaza potrebbe esserci la creazione di una missione di pace da dislocare nell’enclave palestinese, guidata dall’Egitto, un partner naturale, con la supervisione di Stati Uniti e di qualche Paese europeo. Lo ha dichiarato ad “Agenzia Nova” Emmanuel Navon, esperto di politica estera, docente presso l’Università di Tel Aviv e direttore israeliano di Elnet, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata al rafforzamento delle relazioni tra Europa e Israele.

Nel futuro della Striscia di Gaza potrebbe esser- ci la creazione di una missione di pace da dislocare nell’enclave palestinese, guidata dall’Egitto, un partner naturale, con la supervisione di Stati Uniti e di qualche Paese europeo. Lo ha dichiarato ad “Agenzia Nova” Emmanuel Navon, esperto di politica este- ra, docente presso l’Università di Tel Aviv e direttore israeliano di Elnet, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata al rafforzamento delle relazioni tra Europa e Israele.

L’analista ha escluso il coinvolgimento del Qatar “perché è un nemico di Israele e finora ha finanziato Hamas”. Dopo l’attacco perpetrato in Israele dal gruppo palestinese Hamas, al potere a Gaza dal 2007, il 7 ottobre scorso, le forze israeliane hanno lanciato un’operazione aerea e successivamente terrestre per eliminare Hamas e le sue infrastrutture militari.

“Israele non vuole rioccupare Gaza, ma semplicemente mantenere la supervisione in termni di sicurezza per evitare che accada quanto successo il 7 ottobre”, ha proseguito. L’attacco di Hamas in Israele, costato la vita a 1.200 persone, ha scatenato una serie di critiche nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e dell’intero esecutivo, giudicato incapace di prevederlo e di gestire la fase successiva. Quando la guerra a Gaza sarà terminata non si intravede un futuro politico per il leader del Likud.

Nell’intervista ad “Agenzia Nova”, Emmanuel Navon, ha affermato: “Netanyahu è un morto che cammina. Quando la guerra sarà finita non ci sarà più spazio per lui. Ci sarà un ter- remoto politico, che porterà alle elezioni. L’attuale leader dell’opposizione, Benny Gantz, potrebbe ricoprire il ruolo di primo mi- nistro ed emergerà una nuova classe politica”.

L’esperto, autore del libro “La stella e lo scettro. Storia della politica estera di Israele”, pubblicato di recente in italiano, ha sottolineato che il Likud, il par- tito di Netanyahu, “pagherà un duro prezzo” per quanto avvenuto il 7 ottobre in Israele, “a causa dell’incompetenza. Il Likud e il primo ministro sono responsabili di quanto accaduto il 7 ottobre”.

L’attacco di Hamas in Israele non lascia presagire neanche uno spazio in politica per l’ottantasettenne leader dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, la cui popolarità era già compromessa in Cisgiordania. L’esperto israeliano Emmanuel Navon si è detto scettico sul ruolo dell’Anp nel futuro a Gaza. “Non controlla neanche la Cisgiordania. Al pari di Netanyahu, anche Abbas è un morto che cammina. E’ irrealistico pensare che possa arrivare a Gaza a bordo di un carro armato”.

Per Navon, “l’Anp deve essere completamente ristrutturata e Muhammad Dahlan (esponente di Fatah ‘in esilio’ negli Emirati Arabi Uniti) potrebbe avere un ruolo, ma quale legittimità avrebbe a Gaza?”. “Al momento è necessario ripulire Gaza da Hamas”, ha puntualizzato. Nel corso dell’intervista a “Nova”, mentre è in corso l’operazione militare di Israele a Gaza da 39 giorni, Navon ha spiegato che “Israele sta lottando per la sua sopravvivenza, ma anche per quella dell’Europa perché per l’islam politico dopo la presa di Gerusalemme è prevista quella di Roma”. “L’Occidente deve essere grato per quello che sta facendo Israele. Non si deve chiedere il cessate il fuoco finché non sarà eradicato Hamas”, ha affermato.

Ricordando le operazioni militari della Nato contro lo Stato islamico in Iraq, Navon ha detto: “Nessuno ha chiesto il cessate il fuoco”, pur ammettendo che le guerre provocano vittime, nonostante le forze israeliane si impegnino a evitare di colpire i civili.