M.O., L’OCCIDENTE SOSTIENE ISRAELE CHIAMATA DI HAMAS AI “FRATELLI ARABI”

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 25/10/2023

Resta alta la tensione anche al confine tra lo Stato ebraico e il Libano, con gli scontri tra Hezbollah e forze israeliane

Al 18esimo giorno di scontri tra le forze israeliane e Hamas in Israele e nella Striscia di Gaza, i Paesi occidentali continuano a esprimere il proprio sostegno allo Stato ebraico, mentre il movimento islamista palestinese sollecita i Paesi arabi e islamici a “fermare l’aggressione” dello Stato ebraico. La quantità totale di aiuti entrati a Gaza fino all’altro ieri, 23 ottobre, era stimata in 457 tonnellate di medicinali e forniture mediche, 251 tonnellate di generi alimentari e 87 tonnellate di acqua. In una conferenza stampa, ieri il capo del Servizio di informazione statale dell’ Egitto, Diaa Rashwan, ha riferito che “sono entrati 54 camion e altri 20 dovrebbero entrare” nell’enclave palestinese, sottolineando che 39 aerei sono atterrati in Egitto come aiuto dai “paesi fratelli”.

Intanto resta alta la tensione anche al confine tra lo Stato ebraico e il Libano, dove il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah continua ad attaccare il nord di Israele con razzi e missili, a cui le forze israeliane rispondono con l’artiglieria, i carri armati e i droni. Ieri, il presidente francese, Emmanuel Macron, è stato in visita in Israele, dove ha incontrato il presidente israeliano, Isaac Herzog, il premier Benjamin Netanyahu e il leader del partito di Unità nazionale israeliano ed ex ministro della Difesa, Benny Gantz. Il presidente francese ha espresso la “piena solidarietà” di Parigi al Paese colpito dall’attacco condotto lo scorso 7 ottobre da Hamas, evidenziando che la Francia farà tutto quello che potrà per “restaurare la pace e la stabilità” in Medio Oriente. Macron ha inoltre dichiarato che il suo “primo obiettivo” è la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas, “senza nessuna distinzione”.

Durante una conferenza congiunta, il titolare dell’Eliseo si è rivolto al presidente israeliano, Isaac Herzog, affermando: “So che condivide il sentimento che provo ma non c’è alcuna differenza, e l’ho già detto anche alle famiglie, tra cittadini israeliani e ogni altra persona con una cittadinanza diversa da quella israeliana”. Da parte sua, Herzog ha confermato che “non c’è differenza” tra gli ostaggi di cittadinanza israeliana e quelli che ne hanno un’altra, chiedendo il rilascio immediato di tutti i cittadini israeliani.

Il presidente israeliano ha anche voluto sottolineare che se Hezbollah deciderà di entrare in guerra, dovrebbe essere chiaro che il Libano ne pagherà il prezzo. “L’Iran sta giocando con il fuoco” in Libano, ha aggiunto Herzog, sottolineando: “Siamo impegnati a battere e a distruggere i nostri nemici”. “La situazione è estremamente complicata e fragile”, ha affermato il presidente israeliano.

Durante una conferenza congiunta con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, Macron ha poi proposto la creazione di una coalizione regionale e internazionale per “lottare contro i gruppi terroristi”, lanciando un appello per un “rilancio decisivo del processo politico con i palestinesi”. Sottolineando che Hamas non rappresenta la popolazione palestinese, il presidente francese ha affermato che Israele deve accettare “il diritto legittimo dei palestinesi nel disporre di un territorio e di uno Stato in pace e in sicurezza”. Il presidente ha poi fatto appello all’Iran – Paese con cui Parigi intrattiene rapporti relativamente buoni in virtù anche dell’accordo sul programma nucleare di Teheran – affinché non vengano aperti “nuovi fronti”. Anche Netanyahu è intervenuto al fianco di Macron, paragonando Hamas ai “nuovi nazisti” e sottolineando che così come il mondo ha sostenuto la resistenza francese contro il dominio tedesco durante la Seconda guerra mondiale, “oggi il mondo è unito a sostegno di Israele”. “La barbarie di Hamas minaccia l’Europa e minaccia il mondo. Hamas è il banco di prova del mondo contro la barbarie. Il popolo di Israele si rifiuta di avere lo Stato islamico (Is) in un’enclave”, ha detto il premier, sottolineando che è come se ci fosse “l’Is nei sobborghi di Parigi”.

Mentre le autorità israeliane e gli attori internazionali rilasciano vari commenti a proposito delle azioni di Hezbollah contro Israele, ieri anche Gebran Bassil, alleato di Hezbollah e capo del Movimento patriottico libero dell’ex presidente della Repubblica del Libano, Michel Aoun, ha detto la sua a riguardo. “Il Libano non inizierà una guerra con Israele, ma si difenderà se attaccato”, ha affermato Bassil, eminente politico cristiano libanese e alleato di Hezbollah. “Nessuno può trascinarci in guerra a meno che il nemico israeliano non ci attacchi, e allora saremo costretti a difenderci”, ha dichiarato Bassil, dopo un incontro con il presidente del parlamento Nabih Berri, un altro alleato di Hezbollah. “Tutti i libanesi sono d’accordo nel dire che non vogliono la guerra, ma ciò non significa che dovremmo lasciarci attaccare senza risposta”, ha aggiunto Bassil. L’altro ieri il politico maronita ed ex ministro degli Esteri libanese aveva parlato al telefono con il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah.

Intanto più di 700 palestinesi sono stati uccisi dagli attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza tra il 23 e il 24 ottobre, stando a quanto riferito dal ministero della Sanità gestito dal movimento islamista palestinese Hamas. Da parte sua, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato di aver colpito 400 “obiettivi terroristici” e di aver ucciso diversi comandanti di Hamas nello stesso periodo, spiegando che gli attacchi non diminuiranno nonostante il rilascio di altri due ostaggi. Nel frattempo, le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite hanno chiesto un accesso umanitario duraturo e sicuro tramite il valico di Rafah, dove ieri sarebbero transitati altri 20 camion carichi di aiuti. Un terzo degli ospedali di Gaza non funziona più a causa della carenza di elettricità, medicinali e personale. La carenza di acqua pulita, inoltre, ha raggiunto un punto critico.

Israele ha lanciato la sua campagna di bombardamenti contro Hamas – classificata come un’organizzazione terroristica dallo Stato ebraico, Unione Europea, Stati Uniti e Canada – in risposta a un attacco senza precedenti del 7 ottobre in cui almeno 1.400 persone sono state uccise e altre 222 prese in ostaggio. Secondo il ministero della Sanità palestinese, da allora a Gaza sono state uccise quasi 5.800 persone. Da parte israeliana, intanto, sono morte circa 1.400 persone e 4.692 sono rimaste ferite in seguito all’attacco compiuto da Hamas il 7 ottobre, mentre 308 militari sono sta- ti uccisi durante le operazioni nella Striscia di Gaza. Nel frattempo, sarebbero 222 gli ostaggi in mano ad Hamas, trattenuti nella Striscia di Gaza. Al bilancio totale del conflitto tra Israele e Hamas, inoltre, occorre aggiungere almeno 33 miliziani di Hezbollah e almeno due giornalisti, che han- no perso la vita al confine israelo-libanese.