Mar Rosso, rischi per l’Italia con lo stop al gas dal Qatar

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 16/01/2024

Secondo gli applicativi di tracciamento del traffico navale, almeno quattro navi gasiere riconducibili a QatarEnergy sono rimaste bloccate nel fine settimana nel Mar Rosso, dopo gli attacchi delle forze statunitensi e britanniche contro le postazioni delle milizie filo-iraniane Houthi in Yemen. Le navi provenivano dal Qatar ed erano dirette verso il Canale di Suez, ma avrebbero interrotto la navigazione per motivi di sicurezza.

La sospensione dei traffici di gas naturale liquefatto (Gnl) dal Qatar attraverso il Mar Rosso e verso i mercati europei “non rappresenta in sé e nell’immediato un pericolo particolare”, maci sono “molti rischi in un orizzonte più a medio e lungo termine”. Lo afferma ad “Agenzia Nova” Francesco Sassi, analista energetico e ricercatore di geopolitica dell’energia presso il Rie (Ricerche industriali ed energetiche). Secondo gli applicativi di tracciamento del traffico navale, almeno quattro navi gasiere riconducibili a QatarEnergy sono rimaste bloccate nel fine settimana nel Mar Rosso, dopo gli attacchi delle forze statunitensi e britanniche contro le postazioni delle milizie filo-iraniane Houthi in Yemen.

Le navi provenivano dal Qatar ed erano dirette verso il Canale di Suez, ma avrebbero interrotto la navigazione per motivi di sicurezza. Le autorità qatariote non hanno ancora commentato ufficialmente. Il Canale di Suez, come noto, collega il Mediterraneo al Mar Rosso e fornisce il collegamento marittimo più breve tra l’Asia e l’Europa. Secondo Sassi, è ancora prematuro osservare eventuali conseguenze sul mercato europeo. “Gli stoccaggi rimangono a livelli superiori la media. Il clima mite di dicembre, il che fa prospettare il terzo inverno di fila con temperature superiori alla media in Europa, ha aiutato a ridurre il consumo di gas. I prezzi superiori alla media dell’ultimo decennio e un consumo industriale in lentissima ripresa dopo un crollo nel biennio 2022/23 aiutano l’Europa e l’Italia a ridurre l’impatto sui mercati dell’interruzione dei traffici”.

Eppure, avverte Sassi, l’interruzione temporanea delle forniture di Gnl racchiude in sé molti rischi in un orizzonte più a medio e lungo termine. “Innanzitutto, vale la pena sottolineare che le metaniere del Qatar (e quelle russe) hanno continuato a transitare indisturbate attraverso il Mar Rosso sino lo scorso fine settimana. Questo cambio di strategia è rivelatore quindi di un timore crescente, anche da parte del Qatar, che l’instabilità nel Mar Rosso possa peggiorare, con il rischio di un suo cronicizzarsi nel lungo periodo”. L’analista ricorda che la rotta alternativa per importare Gnl dal Qatar in Europa richiede la circumnavigazione dell’Africa, aggiungendo circa 20 giorni ai tempi di consegna e per il ritorno nello Stretto di Hormuz dello stesso vascello.

“Una prolungata pausa o strutturale riduzione dei traffici attraverso Suez riduce la flessibilità di un mercato del gas, il quale si stava muovendo verso una sempre più marcata globalizzazione dopo il taglio delle forniture dalla Russia verso l’Europa. Minor flessibilità significa, in un contesto di mercato teso come quello attuale, inevitabilmente maggiori costi per i paesi importatori”, aggiunge ancora l’analista. Nel caso in cui la diminuzione dei traffici di Gnl attraverso il Mar Rosso dovesse persistere a lungo termine, renderebbe tutti i terminal localizzati nel Mediterraneo assai più periferici rispetto a quelli posizionati sull’Atlantico o il Mare del Nord, aumentando i costi di shipping.

Uno che scenario potrebbe portare ad un aumento significativo dei costi di trasporto marittimo. “Costi – evidenzia Sassi – che ricadrebbero sui consumatori. In questo scenario che vede l’Italia diventare sempre più dipendente dalle importazioni di Gnl (seconda fonte di gas per l’Italia a dicembre 2023 dopo il gas algerino) il Qatar rappresenta il principale Paese da cui l’Italia importa Gnl. Il nostro Paese – conclude l’analista – ovviamente vedrebbe penalizzata la propria sicurezza energetica e un più difficoltoso afflusso di Gnl dal Qatar significherebbe una più lenta campagna di riempimento degli stoccaggi durante il 2024”.