Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 27/01/2024
Sembra confermato l’arrivo in Burkina Faso di centinaia di unità degli Africa Corps, formato da combattenti dell’ex gruppo paramilitare Wagner rimasto orfano a giugno del suo fondatore, Evenij Prighozin, e ora così rinominato.
A darne notizia per primi sono stati alcuni organi di stampa vicini al Cremlino, su tutti la rete Africa Initiative, la quale ha diffuso su Telegram le immagini di decine di uomini arrivati a Ouagadougou a bordo di un aereo da trasporto Ilouchine IL-76 per integrare un contingente che, nella sua forma finale, consterà di 300 uomini, chiamati dalla giunta militare al potere a proteggere il leader della transizione Ibrahim Traoré e ad assicurare i generali compiti di sicurezza. Secondo la fonte, “100 specialisti militari russi sono arrivati nella capitale del Burkina Faso, Ouagadougou”. A seguire, anche il canale Telegram “Grey Zone”, ugualmente ritenuto vicino agli Africa Corps, ha pubblicato una foto in cui si vedono due uomini brandire la bandiera di Wagner, un gagliardetto nero, bianco e rosso con un teschio e il nome del gruppo davanti ad un locale di import-export chiamato “P.M.C (per Private military company) Petit less cher”. Uno di loro, il cui volto è offuscato, indossa una maglietta color kaki con l’immagine dell’ex presidente rivoluzionario Thomas Sankara (assassinato nel 1987) e del capitano Traoré.
L’esercizio commerciale dove è stata scattata la foto si trova nel cuore di Ouagadougou, a due passi dall’ufficio del primo ministro, l’edificio ufficiale in cui ha preso residenza il leader golpista fin dal suo insediamento al potere dopo il colpo di Stato del settembre 2022. Secondo alcuni specialisti, anche le immagini satellitari attestano che l’Ilouchine visibile nelle foto diffuse da Africa Initiative sia effettivamente atterrato all’aeroporto di Ouagadougou. L’arrivo di “un contingente russo di 100 persone” è stato confermato in seguito dalla stessa Africa Corps su Telegram, allo scopo di “garantire la sicurezza del leader del Paese, Ibrahim Traoré, e del popolo burkinabé contro gli attacchi terroristici”. Il transito di un convoglio di veicoli simili a quelli visibili nelle foto distribuite da Africa Initiative è stato infine confermato da una fonte locale del quotidiano “Le Monde”. Nessuna dichiarazione ufficiale è invece arrivata dalla giunta militare al potere a Ouagadougou.
Il Burkina Faso, così come il vicino Mali e, più di recente, il Niger, è uno di quei Paesi dell’area del Sahel che sono stati negli ultimi anni teatro di una serie di colpi di Stato che li hanno progressivamente spinti verso l’orbita russa (in tutti e, parallelamente, allontanati dalla Comunità economica dei Paesi membri dell’Africa occidentale (Cedeao) – l’organizzazione regionale che li ha sospesi a tempo indeterminato – e dall’influenza occidentale, in particolare dalla Francia. Tale allontanamento è stato ufficialmente sancito lo scorso 16 settembre, quando le stesse giunte militari di Mali, Niger e Burkina Faso si sono riunite nell’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), iniziativa militare ma anche diplomatica che intende garantire indipendenza ai tre Paesi rispetto ad organismi regionali o internazionali. Di recente i ministri degli Esteri dei tre Paesi, riuniti a Bamako, hanno dato forma compiuta a questa coalizione, dandole una dimensione politica e diplomatica.
Le tre parti, si legge nel comunicato congiunto diffuso al termine della riunione, stanno lavorando all’adozione di protocolli aggiuntivi, all’istituzione di organi istituzionali e giuridici dell’Alleanza e alla “definizione delle misure politiche e del coordinamento diplomatico”.