Vertice Italia-Africa, il premier Dabaiba «La Libia è in guerra contro i trafficanti»

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 30/01/2024

«Penso che questa sia una guerra continua contro il traffico di esseri umani e anche contro altri criminali. Fermiamo il traffico di carburante, insieme ad altri traffici come quello di cocaina»

La Libia “è in guerra” contro i trafficanti di esseri umani “che mandano i migranti a morire in mare”, ma anche contro tutti “i criminali coinvolti nel contrabbando di petrolio, carburante e droga”. Lo afferma ad “Agenzia Nova” il primo ministro del Governo di unità nazionale della Libia (Gun), Abdulhamid Dabaiba, a margine del Vertice Italia-Africa tenuto ieri a Roma.

Nel 2023, l’esecutivo libico riconosciuto dalle Nazioni Unite ha lanciato una campagna contro i trafficanti di esseri umani e i contrabbandieri di carburante annidati lungo le coste della Tripolitania, utilizzando anche i droni d’attacco per combattere queste attività. “Penso che questa sia una guerra, una guerra continua contro il traffico di esseri umani e anche contro altri criminali. Fermiamo il traffico di carburante, insieme ad altri traffici come quello di cocaina. E’ una questione complicata. Chi aiuti gli immigranti a morire in mare commette allo stesso tempo anche altri crimini. Continueremo a combattere questi criminali per ragioni umane e per proteggere la nostra sovranità e il nostro paese”, spiega Dabaiba a “Nova”. Al 31 dicembre 2023, il numero totale di migranti sbarcati in Italia dalla Libia è stato di circa 51.700, di cui 16.500 provenienti dalla regione orientale della Cirenaica e 35.200 dalla regione occidentale della Tripolitania. Si tratta effettivamente di una riduzione del 2,45 per cento rispetto ai circa 53 mila arrivi registrati nel 2022. Tuttavia, analizzando nel dettaglio, si nota un aumento degli sbarchi dalla Tripolitania, sotto il controllo del governo Dabaiba, che ha segnato un incremento dell’8,31 per cento nel 2023, rispetto ai 32.500 arrivi registrati nel 2022. Al contrario, gli arrivi dalla Cirenaica hanno subito una significativa diminuzione del 19,51 per cento nell’anno precedente, con un totale di 20.500 arrivi dalla regione controllata dal generale Khalifa Haftar, comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Enl), colpita lo scorso settembre dal devastante ciclone subtropicale “Daniel”. La Libia, afferma Dabaiba, non esporta migranti, ma è un Paese di transito di chi cerca di arrivare sulle coste europee.

“Noi siamo solo la via dall’Africa all’Europa. La Libia è solo un hub, l’ultima tappa prima del mare. Il nostro Paese ha capacità è limitata. Ecco perché invitiamo tutti, da parte europea, a collaborare e ad aiutarci. Non è responsabilità di un singolo Paese combattere questo tipo di fenomeno. Speriamo che il governo italiano possa aiutarci e lo sta già facendo. E’ il miglior partner da questi punto di vista. Speriamo di poter progredire con alcuni programmi e piani concreti per limitare questo flusso”, aggiunge Dabaiba. Intanto, il primo ministro dell’autoproclamato Governo di stabilità nazionale (Gsn), Osama Hammad, ha organizzato a Bengasi una sorta di conferenza parallela sull’immigrazione in Africa. Interpellato da “Nova” al riguardo, Dabaiba risponde in modo lapidario: “Penso che non possano fare nulla e che non stiano facendo nulla. Non presto molta attenzione a questo genere di cose”. Nel suo intervento alla conferenza “Africa Migration Conference – Sustainable Solutions for Africa”, incentrata sul contrasto all’emigrazione irregolare, il presidente della Camera dei rappresentanti della Libia, Aguila Saleh, ha detto che la Libia fa “quanto possibile, nei limiti delle sue capacità, per prevenire il traffico di esseri umani e salvare le vite dei migranti”. Saleh ha chiesto un trattamento globale di questo problema in consultazione con i paesi di origine, transito, e destinazione delle migrazioni.

Nel suo intervento di apertura dei lavori della conferenza organizzata dal cosiddetto Governo di stabilità nazionale (Gsn) con sede nella Libia orientale, non riconosciuto dalla comunità internazionale, il presidente del Parlamento eletto nel 2014 ha il benvenuto al presidente del Parlamento panafricano, Fortune Charumbira, e agli altri partecipanti alla conferenza, sottolineando che “i migranti sono diventati preda di atti fraudolenti da parte di trafficanti e intermediari”. “Il Mediterraneo è stato testimone di un’ondata senza precedenti di immigrazione clandestina, che ha portato alla perdita di vite umane in tutto il Mediterraneo. Mentre esprimiamo la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime, affermiamo la nostra posizione a sostegno di ogni sforzo internazionale che cerchi di ridurre i rischi a cui sono esposti gli immigrati clandestini”, ha detto Saleh, secondo quanto riferito dal portavoce della Camera dei rappresentanti, Abdullah Bliheg. Il presidente del Parlamento libico con sede nell’est del Paese ha sottolineato la necessità di intraprendere azioni in linea con “i principi del diritto internazionale, in particolare i principi del rispetto della sovranità degli Stati e della non interferenza negli affari interni di altri Stati”. Secondo Saleh, inoltre, “questa crisi umanitaria deve essere affrontata in modo globale in consultazione con i paesi di origine, di transito e di destinazione, tenendo conto della necessità di affrontare le cause profonde dell’immigrazione clandestina e le ragioni dell’aumento delle migrazioni irregolari”.

Secondo il portale web libico “Al Wasat”, alla conferenza hanno preso parte i parlamentari Youssef al Aqouri, Youssef al Fakhri, Saeed Mugheib, Jibril Ouhida, Saleh Qalma. Presenti anche il primo ministro del Gsn, Osama Hammad, il ministro plenipotenziario per gli Affari esteri del governo dell’est, Abdel Hadi al Huwai, e il ministro aggiunto degli Affari esteri responsabile dell’Immigrazione dell’esecutivo parallelo, Fathi al Tabawi. Gli organizzatori riferiscono della presenza di “numerosi capi delegazione” provenienti da “40 paesi africani”. Tuttavia, nelle foto di famiglia, è possibile riconoscere solo il presidente del Parlamento panafricano, lo zimbabwiano Fortune Charumbira, e il generale Abdourahmane Tchiani, capo dalla giunta militare del Niger.

Da parte sua, Hammad ha sottolineato la necessità di “una visione e di una formula globale per sviluppare strategie sostenibili volte ad affrontare le cause e le conseguenze della migrazione”, incoraggiando al contempo “lo scambio di informazioni tra i paesi africani all’interno il quadro di protezione e garanzia dei diritti dei migranti, in collaborazione con le organizzazioni internazionali”. L’evento non sembra aver avuto un ampio seguito, ma avviene mentre il primo ministro del governo libico di unità nazionale (Gun), Abdulhamid Dabaiba, si trova a Roma per partecipare alla Conferenza Italia-Africa, dedicata alla presentazione del Piano Mattei, volto a sviluppare il continente africano e arginare le cause più profonde dell’emigrazione irregolare.