Tunisia, indicatori economici in aumento e Moody’s migliora le stime di crescita

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 26/03/2024

L’andamento dell’inflazione resta a rischio rialzo per le tensioni geopolitiche, la scarsità idrica e la sempre maggiore pressione sulle finanze pubbliche

Nella sua ultima riunione, il Consiglio d’amministrazione della Banca centrale della Tunisia (Bct) ha deciso di mantenere invariato all’8 per cento il tasso di interesse di riferimento. In un comunicato la Banca afferma che è stato ritenuto essenziale, per il momento, continuare a consolidare il processo disinflazionistico e la resilienza del tasso di cambio del dinaro rispetto alle principali valute estere, osservando che, nonostante l’attenuarsi dell’impatto degli shock esterni, l’inflazione rimane su livelli storicamente elevati ed è ancora soggetta a pressioni interne. Di conseguenza, contenere le pressioni derivanti da un aumento eccessivo della domanda rispetto alla capacità produttiva del Paese, è essenziale per mantenere l’inflazione su un trend discendente nel prossimo periodo.

La Banca centrale ha inoltre sottolineato che le prospettive per i prezzi al consumo suggeriscono che l’inflazione continuerà a diminuire gradualmente, con un tasso medio di circa il sette per cento nel 2024, rispetto al 9,3 per cento del 2023. Il futuro andamento dell’inflazione in Tunisia rimane ad ogni modo circondato da rischi al rialzo, legati in particolare all’aumento dei prezzi internazionali in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, peggioramento della scarsità idrica e maggiore pressione sulle finanze pubbliche.

Il Consiglio di amministrazione della Bct ha indicato che le riserve valutarie della Tunisia ammontano a 6.975 milioni di euro, equivalenti a 106 giorni di importazioni, al 21 marzo. Alla fine di febbraio 2024, le riserve valutarie ammontavano a 6.877 milioni di euro (105 giorni di importazioni), in calo rispetto al livello di fine dicembre 2023 (7.882 milioni di euro o 120 giorni di importazioni), principalmente per il rimborso da 850 milioni di euro del prestito obbligazionario contratto sul mercato finanziario internazionale. Per quanto riguarda i prezzi al consumo, nel febbraio 2024 è proseguita la graduale discesa del tasso di inflazione, che si è attestato al 7,5 per cento (su base annua) rispetto al 7,8 per cento del mese precedente e al 10,4 per cento di febbraio 2023, pur rimanendo ben al di sopra della sua media a lungo termine. Questo allentamento è stato sostenuto dalla decelerazione dell’inflazione generale “esclusi gli alimenti freschi e i prodotti a prezzi amministrati” (7,8 per cento rispetto all’8,3 per cento di gennaio 2024) e dei prezzi degli alimenti freschi (11 per cento rispetto al 13,8 per cento).

Secondo i dati della Bct, l’inflazione dei prezzi amministrati si è stabilizzata nel febbraio 2024, attestandosi al 4,4 per cento rispetto al 3 per cento del mese precedente. Gli ultimi indicatori economici mostrano un relativo miglioramento della crescita del Pil nel primo trimestre del 2024. In particolare, l’attività economica ha beneficiato della graduale ripresa della dinamica osservata nel settore agricolo dopo una contrazione storica del meno 11 per cento nel 2023, che ha sottratto oltre 1 punto percentuale alla crescita economica annua. Inoltre, le vivaci esportazioni di merci e gli arrivi di turisti nei primi due mesi di quest’anno dovrebbero contribuire alla crescita.

Tuttavia, il consiglio di amministrazione della Bct ha espresso preoccupazione per l’ampliamento del deficit energetico (544 milioni di euro alla fine di febbraio 2024 rispetto a 505 milioni di euro un anno prima), dovuto essenzialmente al deterioramento della capacità produttiva e al significativo ritardo nell’attuazione di progetti legati alla transizione energetica. La Bct ha avvertito che questa situazione potrebbe incidere sulla ripresa del settore estero, “in un contesto geopolitico teso, segnato dalla ripresa della pressione sui prezzi internazionali dell’energia”. Sul fronte internazionale, la Banca ha osservato che l’inflazione ha continuato a rallentare gradualmente. Nelle recenti riunioni, le banche centrali, soprattutto nelle principali economie, hanno ritenuto che le condizioni per un pivot (inversione dell’orientamento della politica monetaria) non siano ancora state soddisfatte e rimangano fortemente dipendenti da una convergenza sostenuta dell’inflazione.

Intanto, l’agenzia di rating Moody’s ha mantenuto il giudizio in valuta estera e locale a lungo termine della Tunisia a “Caa2”, migliorando al contempo l’outlook da negativo a stabile. Moody’s attribuisce la decisione ad una significativa riduzione del disavanzo delle partite correnti rispetto ai livelli storici e alle precedenti previsioni dell’agenzia. Nella sua premessa, l’agenzia sottolinea che la Banca centrale della Tunisia, grazie a una nuova legge approvata dal Parlamento, è ora “responsabile dei pagamenti su tutti i titoli di stato”, sottolineando che “questi strumenti di debito sono emessi per conto del governo”. A tal riguardo, Moody’s sottolinea che il ricorso al finanziamento monetario diretto evidenzia “i persistenti vincoli di finanziamento del governo e segna un’erosione dell’autonomia della Banca centrale, anche se il governo ritiene che sia una misura una tantum.